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1 novembre 2012

Di Alberto in: Discussioni

Assiomi, 7. La divulgazione onesta


Prosegue la pubblicazione degli Assiomi, leggibili anche su Le parole e le cose.
  1. Gran parte della cultura attuale si condensa nella forma televisivo-massmediatica. Internet ha contribuito a rendere immediatamente fruibili in senso culturale anche aspetti prima solo provvisori (primi abbozzi, interventi estemporanei, commenti immediati ecc.).
  2. È probabile che lo storico del futuro eserciterà la sua missione estraendo dall’enorme deposito di materiali culturali quelli che possono risultare più significativi, con uno scavo archeologico virtuale. Il problema è quello di evitare la totale sommersione degli elaborati più complessi sotto il peso dei materiali più diffusi.
  3. La cultura umanistico-accademica sembra ormai un piccolo atollo sperduto in questo oceano. Siccome i suoi esiti risultano socialmente sempre meno influenti e simbolicamente sempre più inutili, è prevedibile una loro completa emarginazione, per ora rallentata solo dalla necessità di aggiornare le interpretazioni almeno dei classici a uso scolastico.
  4. Nel contesto di potere culturale sin qui delineato, è indispensabile ripensare il concetto di divulgazione, in Italia ancora connotato da tratti negativi (banalizzazione, riduzione al minimo delle complessità, scarsa precisione ecc.).
  5. L’obiettivo da porsi sarebbe invece quello di integrare le attuali forme di fruizione dei testi di lunga durata, spesso troppo specialistiche e puntuali per essere in grado di rinnovarne l’ermeneutica, con una serie di ‘domande’ di fondo, tali da farli leggere in modo nuovo a tutti i livelli, dallo specialista allo studente delle scuole secondarie.
  6. Se ci interroghiamo su quali grandi opere hanno ricevuto interpretazioni davvero innovative dopo gli anni Sessanta del Novecento, forse ci troveremmo a rispondere: nessuna.
  7. Se ci chiediamo sul perché gli insegnanti delle scuole superiori sono restii ad affrontare persino i nostri maggiori autori delle generazioni successive a quella degli anni Venti del secolo scorso, tanto da addurre l’alibi della mancanza di tempo, dobbiamo riconoscere che in molti casi le opere critiche su di loro risultano inutilmente complicate, oppure i valori non sono ancora riconosciuti in maniera larga e omogenea.
  8. La divulgazione onesta non dovrebbe comunque evitare l’aspetto valutativo, dichiarando i motivi della valutazione, possibilmente in maniera comparativa anche con le letterature straniere. Beppe Fenoglio è perfettamente comparabile con Norman Mailer, Vasilij Grossman o Günter Grass, e ciò sarebbe già sufficiente a delineare un percorso nella narrativa del secondo Novecento.
  9. Non sarà comunque la strenua erudizione a durare nell’epoca dell’informazione rapida e sufficiente, che è il segreto del successo dell’algoritmo su cui sono costruiti i principali motori di ricerca: portare sempre in primo piano la notizia utile e veloce vuol dire cancellare la ricerca delle implicazioni più sottili, delegata a un tempo in cui non serviranno più.
  10. La divulgazione onesta dovrebbe costringere ogni studioso a interrogarsi sulla necessità del suo oggetto di studio.

 

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