Di Alberto in: Discussioni

Brevi risposte su Sciascia


Mentre escono nuovi volumi di opere sciasciane, si riportano qui alcune risposte di Alberto Casadei a un questionario della rivista “TodoModo” di prossima pubblicazione.

1) CLASSICO

Ammesso che sia già possibile storicizzare la contemporaneità, nel definire un canone letterario della seconda metà

del Novecento per individuare autori che si ritengono “classici” e, all’interno della loro produzione, le opere che

possiamo considerare “canoniche”, ritiene che Leonardo Sciascia possa trovare collocazione in questa tavola di

valori? 

 

I canoni di un periodo storico relativamente vicino devono comprendere le opere che meglio rappresentano il clima culturale e sociale in cui sono nate, grazie a una configurazione riconoscibile da un punto di vista stilistico. In questa prospettiva, la produzione di Sciascia rientra di sicuro fra quelle inseribili nel canone del secondo Novecento, sebbene negli ultimi due decenni gli interessi della critica si siano concentrati maggiormente su autori che possono risultare più consoni alla ‘società dello spettacolo’, a cominciare da Pasolini. Ma opere come Il giorno della civetta, Todo modo, Candido ovvero Un sogno fatto in Sicilia e L’affaire Moro sono senza dubbio sufficienti a decretare l’importanza di Sciascia per gli sviluppi della letteratura italiana contemporanea.

 

2) SCRITTURA

Variamente catalogato come scrittore sociale, civile, polemista voltairiano, politicamente impegnato, forse anche

filosofo e altro ancora, secondo lei, dove va prioritariamente collocata la figura di Leonardo Sciascia per come

emerge dalla sua opera?

 

È sempre difficile scindere le varie componenti che si colgono in uno scrittore: come già nel modello costituito da Manzoni, in Sciascia l’intellettuale e il romanziere procedono di pari passo. Ci si può domandare quale aspetto prevale nelle opere che ha realizzato: direi che la cifra più specifica è la continua demistificazione, il desiderio di scoprire i fondamenti delle azioni umane, da un punto di vista etico e poi, inevitabilmente, politico e civile. È la cifra di un detective delle storture, di volta in volta ironico-illuminista, sarcastico-polemista, malinconico-moraliste.

 

3) SCUOLA

A un quarto di secolo dalla morte, Leonardo Sciascia continua a suscitare discussioni e polemiche e certe sue

posizioni vengono ripescate per alimentare nuovi dibattiti. Ciò dovrebbe dimostrare una scrittura

esemplare, capace di incidere nella contemporaneità. Tuttavia Sciascia è stranamente assente in quasi tutte le

antologie scolastiche e molti docenti – le poche volte che lo propongono – non vanno al di là dei libri dedicati al

fenomeno mafioso. A suo avviso, quali possono esserne le ragioni?

 

Il ‘sillabo’ scolastico dipende purtroppo da fattori del tutto indipendenti dalla qualità degli autori: per studiare la letteratura italiana del secondo Novecento resta sempre scarsissimo tempo, e quindi le antologie propongono soltanto pochi brani celebri, in particolare, per Sciascia, dal Giorno della civetta. Tuttavia spesso gli insegnanti fanno leggere romanzi o saggi sciasciani che si prestano a interessanti discussioni in classe: oltre ai testi già citati, voglio ricordare La scomparsa di Majorana, che offre spunti di riflessione sul periodo fascista, ma anche sulla responsabilità degli scienziati e sulle motivazioni della ricerca in qualunque campo culturale.